Non sono un’esperta di petizioni, ma, con il tempo, ho imparato a leggere prima di firmare, anche se la causa sembra buona.
A ben guardare la petizione che l’asilo nido dei miei figli mi ha proposto di firmare per “salvare il servizio di assistenza all’infanzia dal degrado e l’illegalità”, mi sono sentita abbastanza presa in giro.
Brevemente, ecco quello che non mi è piaciuto:
– la contestualizzazione temporale: l’unica data cui presente è di un’assemblea di maggio 2010; sebbene la petizione dica di avere carattere di urgenza, non c’è una data di scadenza per la consegna del foglio di raccolta firme o altro riferimento temporale
– i firmatari: il foglio consegnatomi può ospitare fino a 10 firme e la richiesta, fatta verbalmente, è stata di far firmare a chiunque interessato, anche se l’incipit della petizione riporta “noi sottoscrittori, genitori, educatori e gestori dei servizi”
– i campi da compilare: per ogni sottoscrittore va inserito nome, cognome, indirizzo postale, email, firma e firma per liberatoria al trattamento dei dati personali; non c’è alcun modo di identificare la reale identità del firmatario con un campo che faccia riferimento ad un documento valido
– il trattamento dei dati personali: viene eslicitato che i dati personali sasanno trattati, oltre che per la petizione, anche per iniziative di sostegno, anche finanziario, del gruppo dei radicali o altri soggetti facenti parte al gruppo; non c’è modo di sottrarsi alla cosa se non in un secondo momento rivolgendosi alla Lista
– l’interposta persona: l’asilo, di fronte alle perplessità sollevate non ha saputo rispondere limitandosi a sostenere che non aveva alcun ruolo nell’iniziativa se non di diffusione.
A dirla sinceramente la mia impressione è che la petizione sia più un escamotage per aggiornare l’indirizzazio della Lista Bonino-Pannella che un’azione politica realmente volta a tutelare i bambini e le loro famiglie. per questi motivi, sebbene la causa mi interessasse, non ho firmato.
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